#TrendTopic 68° Congresso Nazionale - Evoluzione e questioni aperte
Il terzo Trend Topic del Congresso vedrà degli spazi tutti dedicati ad individuare e a raccontare le molte “svolte” interne al comparto dell’ingegneria italiana, al ruolo degli ingegneri in un contesto sociale ed economico in continuo cambiamento, alle sfide che lo stesso sistema ordinistico deve saper cogliere di fronte alle istanze degli iscritti all’Albo per mantenere la propria competitività.
Perchè il Congresso Nazionale è un evento “interrogante”, che mira a stimolare i partecipanti ad una riflessione su una “storia comune” e sulle evoluzioni di un sistema, cioè del sistema ordinistico. La lectio, tenuta da Fabrizio Curcio, ad esempio, avrà l’obiettivo di sollevare e tentare di rispondere al quesito, sempre mutevole, su quale sia oggi il ruolo dell’ingegnere rispetto alla complessità in cui si muove, spesso affannosamente, la nostra società.
Essere ingegnere rispetto a questioni articolate, come la gestione delle emergenze, la tutela del territorio, la transizione energetica, il rischio climatico, e la conservazione di ambienti vivibili e sicuri per le comunità fa ancora di un professionista tecnico un punto di riferimento per quella che genericamente chiamiamo la “società civile” o c’è bisogno di un cambio di passo, di una capacità di comunicazione e di autorappresentazione che vada oltre percorsi già battuti in questi anni?
Chi riconosce il ruolo di un professionista tecnico in una complessità che si traduce spesso in confusione, idee generiche anche quando l’ingegnere, oggi più che nel passato, è chiamato a dare soluzioni efficaci a situazioni e condizioni complesse?
Attraverso lo Storytelling, il Congresso intende “dare voce” a quei rami dell’ingegneria verso i quali si stanno sempre più orientando gli interessi delle nuove generazioni e che il sistema ordinistico ambisce ad ascoltare, a sostenere ed a rappresentare al pari dei professionisti che afferiscono ad indirizzi tradizionalmente più consolidati, come l’ingegneria civile e ambientale.
Aumentano anno dopo anno, infatti, in modo considerevole, i laureati nei corsi di ingegneria di più recente istituzione, in particolare ingegneria biomedica e ingegneria gestionale, anche con un apprezzabile incremento delle laureate. L’ingegneria si apre così a ventaglio senza per questo passare dall’essere, come in passato, un corpus compatto ad un sistema più liquido.
Ma il numero di laureati che decide di sostenere l’esame di Stato resta esiguo ed ancora più ridotto è il numero di coloro che decidono di iscriversi all’Albo professionale. Negli ultimi 5 anni mediamente solo il 10% dei laureati ha proceduto all’iscrizione all’Albo. L’incremento marginale degli iscritti è dunque sempre più ridotto e non si intravede un vero ricambio generazionale. Il 65% degli iscritti all’albo degli ingegneri ha più di 45 anni. Nel medio periodo peserà, verosimilmente, anche il fatto che l’incremento marginale dei laureati nel settore civile ambientale è decrescente, mentre aumentano progressivamente i laureati in ambiti come quello gestionale, informatico, biomedico e clinico.
In sostanza si riduce progressivamente la platea di ingegneri a cui l’Albo professionale si è sempre rivolto ed aumenta la platea di ingegneri per i quali, al momento, l’iscrizione all’Albo assume relativa importanza ai fini dello svolgimento dell’attività lavorativa (perché, per esempio, lavoratori dipendenti).
Vi è un messaggio importante e forte che emerge da questi dati, ovvero che il sistema ordinistico deve essere in grado di parlare e attrarre le nuove generazioni di ingegneri e le “nuove” ingegnerie facendosi anche loro garante. Deve essere in grado di rappresentare e di combattere le disparità di genere, deve creare un migliore collegamento con il sistema universitario, favorendo l’inserimento dei professionisti nel mercato del lavoro. Questo significa anche imparare a comprendere meglio le esigenze e le aspirazioni dei professionisti, il quadro generale in cui essi si collocano e trovare una capacità di rappresentanza degli interessi che operi su un percorso nuovo e con un linguaggio efficace.
Attraverso racconti e interviste di relatori di spicco racconteremo le nuove frontiere dell’ingegneria i suoi protagonisti ed i molti sogni di raggiungere mete che sembravano impossibili, divenute poi realtà.
Verrà inoltre dedicato il giovedì pomeriggio al confronto fra i delegati e gli osservatori interessati, sui temi riguardanti l'operatività del sistema ordinistico. Con l'obiettivo di creare un dibattito fra tutti gli stakeholders elaborando proposte che facciano del sistema ordinistico un corpo sociale intermedio, il confronto partecipato si svolgerà attraverso la metodologia dell'Open Space Focus Group dove ciascun partecipante potrà partecipare al dibattito portando il proprio contributo per arrivare ad individuare proposte concrete su cui gli Ordini ed il CNI si impegneranno a lavorare nel corso dell’anno.