È quanto emerge da un’indagine commissionata da Harley&Dikkinson e dalla Filiera della Costruzioni realizzata da Euromedia Research su un campione di 1.000 cittadini tra il 28 ottobre e il 2 novembre
Incentivi, come il Superbonus 110%, sono ritenuti in grado di attivare un processo di transizione ecologica nel nostro Paese dall’81,2% degli intervistati e di ottenere risultati utili e concreti sia da un punto di vista ambientale che economico dal 77,3%. Risulta peraltro diffuso ormai l’orientamento di molte famiglie a conoscere meglio l’impatto e le modalità d’uso degli incentivi per la ristrutturazione profonda degli edifici: ben il 73,8% degli intervistati ha dichiarato di informarsi su vantaggi e criticità in tema di bonus per l’edilizia.
Se quasi un 20% ritiene che, grazie agli incentivi, ci saranno reali benefici per la riduzione delle emissioni inquinanti, il 50% è comunque consapevole che tali interventi rappresentano solo una piccola parte di una vera transizione e non sempre con ritorni nel breve periodo (56%).
I bonus per la ristrutturazione profonda e l’efficientamento energetico e strutturale degli edifici sono una priorità assoluta, forse ad oggi poco nota, per un vasto numero di famiglie. Circa ¾ della popolazione dichiara, infatti, di vivere in abitazioni che necessitano di adeguamenti strutturali e/o energetici e, tra questi, la grande maggioranza è disposta a intervenire con una riqualificazione. Su tale scelta rimane però discriminante per il 67,5% dei totali intervistati la presenza o meno degli incentivi.
Rilevante è poi che il 90% della popolazione veda una correlazione tra l’inquinamento e lo stato di salute dei cittadini e che il 61,2% degli intervistati non conosca la classe energetica del proprio stabile.
Infine, dato non di poco conto per cominciare a ragionare sulla tipologia degli edifici meritevoli di detrazione, in quanto bisognosi di riqualificazione, dalla ricerca emerge che non c’è una così netta distinzione tra reddito e residenza in abitazioni con classi energetiche minori. Tra i residenti in case con APE pari alla E, alla F e alla G si conta infatti un 17,3% degli intervistati con reddito basso ma anche un 13,8% di rispondenti in fascia alta.
Considerato quanto emerso, risulta ancor più rilevante un dialogo propositivo della filiera delle costruzioni con il Governo - MEF per identificare, in un Tavolo di lavoro dedicato, proposte strutturali di modifica e integrazione alla normativa vigente, nella consapevolezza che le valutazioni finanziarie degli incentivi devono accompagnarsi a quelle economiche e sociali legate al destino di molte aziende, di altrettanti professionisti del settore e di moltissime famiglie che hanno creduto nella bontà e nell’efficacia delle detrazioni fiscali per la riqualificazione del patrimonio abitativo del nostro Paese.